Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/22

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A chi

fede. Questi sono i membri della Sapienza; con ispezial maniera però sul fatto delle cose da noi lontane disse Plauto:

Non laudandus erst, qui plus credit, quæ audit, quàm quæ videt - - - 1

Gli Scrittori di viaggi, o per soverchia semplicità, han dato fede ad alcune manifeste mensogne, poste loro nel capo dal superstizioso, barbaro, ed ignorante volgo; o per troppo malvagità, e fidanza, di non aversi, per qualsivoglia via, ad iscoprire il vero, le hanno sfacciatamente a gli altri tramandate. Il nostro Autore, quel che afferma, l’ha co’ proprj occhi veduto; e nella stessa guisa appunto, che l’ha veduto, l’ha schietta e pianamente scritto; amando meglio di non destar maraviglia, che, in processo di tempo, essere riputato bugiardo; come degli altri a lui è avvenuto di giudicare.

Del rimanente, se havesse egli per paesi meno barbari fatto cammino, di alcun pregievole manuscritto, o nuova iscrizione (perché le già trascritte egli non facea di mestieri andar copiando) sarebbesi ingegnato per avventura la patria arricchire. Quel ch’è stato in suo potere, volontieri ha fatto incetta di alcuni libricciuoli Cinesi, che forse un dì potranno essere di giovamento, a chi porrà amore a quella nobil favella. Oltreacciò non v’ha fatica, o danajo, che non abbia posto in opera, per informarti della politica, armi, soldati, ed abiti delle principali Corti d’Asia, e d’America; della Religione, riti sacri, e costumanze de’ popoli; del temperamento dell’aria; e in fine di tutto ciò, che di bello, e di utile la provvida Natura, in varj luoghi, produce.


Circa
  1. Plaut. in Truculento.