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238 Giro del Mondo

di nemici, e guardarsi con poca gente: e per ben lungo spazio le mura de’ giardini, che le stanno allato, tutto d’un lavoro, avvegnache di diversi padroni. Fra queste è una gran peschiera fabbricata di pietre vive, in cui in altri tempi si andava con barche a diporto[Io: Bapt. Nicolos. Herc. par. 3. cap. 318. v. Sciras].

Vogliono alcuni, che Sciras prendesse il nome dalla parola Persiana Scirè, che significa mosto, per la gran copia di vino, che si fa nelle sue vicinanze. Di più che tutto il piano, ov’ella è fondata, fusse stato per l’addietro un gran lago[Lexicon Geogr. Philip. Ferrar. verbo Schirasium.]: e che dopo distrutta Persepoli, gli abitanti di questa, empiendolo, vi avessero stabilite le lor sesi, fondando la nuova Città. S’inducono a ciò credere, dall’essersi trovati in alcune parti di lei grandi annelli di ferro, simili a quelli, con cui si ligano al lido le barche. Lo creda chi vuole.

Due sono le cose di maggior pregio di Sciras: il vino, e le donne; di cui è tanta la bellezza, che serve in cambio di dote. Quindi a ragione l’astutissimo Maometto (come alcuni dicono) non volle per alcun conto entrare in una Città, ch’egli conoscendo il suo debole, vedeva esser bastevole a ritardare il corso delle sue vittorie, peggio che Capua non fece ad Annibale.


I giar-