Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/287

Da Wikisource.

Del Gemelli. 257

nè a Ninive, nè a Babilonia; così per l’antichità, come per la riputazione, ch’avea per tutto il Mondo, a cagion della lunga, e non mai interrotta serie de’ suoi Re: e nondimeno che gran conto ne fanno gli antichi Scrittori? Certamente poco più che mezzano: e se non fusse che di presente gli Europei fanno spessi viaggi in Egitto, e maraviglie narrano di quelle immense Piramidi (che in fine altro non sono che gran mucchi di pietre, testimonj più della potenza, e ricchezza, che dell’ingegno degli Autori) chi di grazia ne farebbe quel gran concetto, che se ne fa? Or se ugualmente fusse la Persia dagli Europei frequentata, quai lodi non si dariano alle reliquie di questo veramente Real Palagio[Ambassade de D. Garzias de Silua de Figueroa en Perse pag. 160.], in cui par che l’arte abbia fatto l’ultime pruove in vincer la natura, colla bellezza degl’intagli; e la natura dal suo canto in apprestar degna materia a sì fatto lavoro? Io per me son di parere, ch’egli non solo dovria essere stato annoverato con le sette maraviglie, per cui tante parole spesero gli antichi[Lexicon Geograph. Philip. Ferrar. verbo Persepolis.], ma che non vi sia stata, ne sarà mai maraviglia al Mondo, che possa in alcun conto stargli al paragone

Che quivi fusse l’antica Persepoli, non

     Parte II. R può