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338 Giro del Mondo

mo l’Indostan, facendo buon cammino la notte.

Il Lunedì 3. si voltò contrario di maniera tale, che non potemmo giugnere a Diù, siccome avevammo determinato; e ciò perche i marinaj Mori consumano l’ore intere, per ispiegare una vela; invocando ad ogni minimo accidente, con una lunga canzone, il loro Maometto in ajuto. Demmo adunque fondo in 18. braccia d’acqua, aspettando che passasse la corrente, e’l vento, che tenevamo contrario. I Mari d’India hanno poco fondo, talche, con tutto che fussimo cento miglia lontani da terra, facea di mestieri camminare col piombo in mano. Verso le quattr’ore di notte ripigliammo il cammino, levandosi un forte vento Settentrionale, ed essendo il Mare molto alterato; con tutto che il Cielo fusse ugualmente sereno, che le più belle notti di Luglio in Napoli.

Divenne il vento più favorevole il Martedì 4. onde ci facemmo bene avanti. Essendo la notte vicini a terra, andammo con una sola vela, misurando sempre l’acqua. Trovatala in fine senz’altro fondo, che di dodici braccia, ponemmo l’ancora; aspettando la chiarezza del giorno, per


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