Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/373

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Del Gemelli. 339

avvicinarci alla terra, che vedevamo.

La mattina adunque del Mercordì 5. ne parve essere fra Daman, e Bassin: e perche la corrente era contraria, aspettammo, che tornasse favorevole; ciò che seguì verso le 17. ore. Colla medesima avvicinandoci più a terra, si vedeva l’acqua del Mare più bianca, a cagion de’ fiumi, che vi entrano. Camminammo poco, e buttammo di nuovo l’ancora, per lo vento contrario; essendo quelle bestie di Mori mal pratici, che non sapevano dar passo senza vento favorevole. Ma io dall’altro canto ebbi colpa al mio danno, di star tanto tempo in Mare, per essermi appigliato al parere del P. Ciarlanton Gesuita Francese; perche se mi fussi imbarcato coll’Inglese, molto tempo prima sarei stato in riposo a terra.

Si tolse l’ancora a mezza notte; però prima di giorno il Giovedì 6. la riposero, per la causa suddetta: onde quando io credeva, dopo una dura quadragesima, fatta in Mare (per la provvisione mancata) fare almeno la Pasqua de’ Re a terra, fu d’uopo, mio mal grado, continuar l’astinenza. Si spiegarono quindi le vele; ma dopo poche ore si tolsero di bel nuovo, a cagion della corrente, e piena d’ac-


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