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278 | Giro del Mondo |
chibuso, o d’artiglieria: e risposto anche per segni, che nò; alla fine, temendo che i Portughesi non facessero altrettanto in Goa a’ loro (poiche io passava per Portughese) mi liberarono. Quindi fatte poche miglia, restammo in campagna, e pasammo malamente la notte, presso uno stagno.
La Domenica 3. Pasqua di Resurrezione, dopo molte ore di viaggio, passammo per le Guardie, e Dogana del Mogol. Ivi di bel nuovo fui ritenuto prigione, non perche avessero bisogno d’Artiglieri, o Soldati, ma acciò pagassi il giuncone, o passo, a guisa di bestia: alla fine avvertiti da alcuni Idolatri, che i Portughesi (indi lontani un tiro d’archibuso) avrebbono fatto loro l’istesso, mi lasciarono andar via.
Passai subito in Tivi, e poi nel Forte di S. Michele; dove il Castellano, e sua moglie, vedendomi infermo, non permisero, che passassi oltre; ma in ogni modo vollero, che fussi loro ospite: mandando subito in Pumburpà (palmar o masseria de PP. Teatini) per far venire un Ballone, o Andora, per tragettarmi in Goa.
Mentre veniva il Ballone da Pum-
bur- |