Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/410

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364 Giro del Mondo

essere dalle medesime offeso; ma tutte denno essere basse, fuor che’l suo Palagio; e ogn’uno dee, sotto pena della vita, appartarsi dalla strada, per dove passa il Re, andando sopra l’Elefante, o in Palanchino a diporto.

Resta quindi al prudente lettore il considerare, qual credito meriti il Tavernier, allor che narra; essere stato molto familiare suo fratello al Re di Tunchin, e che giornalmente egli dà pubblica audienza a’ suoi sudditi[Tom. 3. lib. 4. chap. 1. e c. 11. pag. 208.]. Ponno anche di ciò rendere testimonianza gli Olandesi, i quali ricevendo nella Fattoria continui aggravi da’ Ministri, ed Eunuchi, che si prendevano più del dovere, per le Dogane; non poterono giammai parlare al Re, e portargli le loro lamentanze: onde alla fine furono obbligati servirsi d’una Sarabatana, per mezzo della quale un’Olandese, conferitosi dalla parte delle stanze Reali, gli disse il tutto in lingua Tunchinese. Ne avvenne l’effetto desiderato, perche il Re vi rimediò, con gli ordini opportuni; comandando cioè, che per tutte le mercanzie, che introducono gli Olandesi nel Regno, non dassero altro, che un donativo di panno d’Europa, salnitro, e poche al-


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