Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/57

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Giro del Mondo 41

composto di 4. capanne nel più folto bosco; onde passai avanti digiuno.

In questo cammino incontrai stravagantissimi uccelli. Ve n’erano alcuni verdi, e grandi quanto un tordo, che cantavano assai dolcemente: altri più grandi, neri come velluto, e con coda lunghissima: altri verdi, e rossi: taluno nero, e verde, della grandezza d’una tortora, ed altri molti non mai veduti nella nostra Europa. Si vedevano anche infiniti pappagalli, come anche scimie, e mone con coda lunghissima, che saltavano d’un’albero in un’altro.

Dopo aver fatte otto miglia per lo folto bosco, non sapevamo ancora ove fusse la Pagode, nè che strada prendere per ritrovarla. Volle il Cielo, che per ventura scontrassimo alcune donne Gentili nude, e cariche di legna, che ci riposero nello smarrito cammino. Giunto poi appiè della rocca, mi vidi in maggior confusione, perche non aveva chi tenesse ii cavallo; e l’Idolatra era d’uopo che mi guidasse nel laberinto di tante Pagodi. In fine trovai un villano vagabondo per lo monte; e datogli a tenere il cavallo, io, e’l Gentile montai l’erta, e strabocchevole rocca, nella cui sommi-


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