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406 Giro del Mondo

vincia di Pekin, incamminossi alla Reggia, (dove avea qualche tempo prima inviati di molti traditori, suoi confidenti, per sollecitar la gente, e ridurla al suo partito) sicuro d’entrare in Città, sì per la gran fazione, che vi avea, come per le discordie, che regnavano fra’ Ministri, ed Eunuchi. Erano settanta mila di presidio in Pekin: con tutto ciò tre giorni dopo l’arrivo di Lì, aperte le porte da’ rubelli; entrovvi, con trecento mila soldati, e drittamente andossene al palagio dell’Imperadore; che senza sapere tai novità, se ne stava fra’ Bonzi, mortificandosi con digiuni. A sì improvisa venuta, vedendosi da tutti tradito, con seicento uomini armati, tentò d’uscire per le porte, e morire gloriosamente; ma abbandonato da tutti, a cui non piacea la risoluzione di morire; ritornò in palagio, e ritiratosi nell’orto, scrisse nell’estremità della sua veste queste parole: I miei mi han tradito; di me fa quanto ti aggrada, pur che non facci male al mio Popolo. Quindi preso un pugnale, proccurò d’uccidere una sua figlia adulta, acciò non cadesse in mano de’ ladri; ma quella schifato il colpo, e ferita nel braccio, cadde svenuta. Alla perfine strin-


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