Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/469

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Del Gemelli. 437


Basterebbono tante virtù, appresso l’altre nazioni, per costituire questo Principe in un grado d’Eroe; però appresso i Cinesi, dove le cariche, e dignità si danno per merito di lettere, non passerebbe per un grand’Imperadore, s’egli non si fusse segnalato, anche in questo genere, per conformarsi al genio de’ suoi popoli. Datosi allo studio delle lettere, e scienze Cinesi, pochi libri vi sono, ch’egli non abbia letti. Sa una buona parte dell’opere di Confusio a memoria. Fece tradurre in lingua Tartara le medesime, facendovi egli i proemj, per collocarsi sul principio: e la Istoria universale della Cina altresì. E’ versato oltreacciò nella Poesia dell’una, e l’altra lingua; parlando, e scrivendo così bene Tartaro, che Cinese.

Quanto alle scienze Europee, il Padre Verbiest esplicogli l’uso de’ principali istrumenti di Matematica; il P. Pereyra i principj della nostra Musica; e’l P. Gerbillon gli Elementi d’Euclide, tradottigli in lingua Tartara. Ogni mattina perciò quelli, ed altri Padri doveano andare in palagio, a dargli lezione; mandando egli di buon’ora dalla sua stalla i cavalli necessarj. Col continuato studio di più


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