Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. V.djvu/311

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Del Gemelli. 295

nuamente, fece andarci solamente col trinchetto, e sevadera: e tanto forti erano l’onde, che davano sul timone, che ruppero il pinsotte. S’osservò il Sole a 33. gr. e 20. m. Si mutò poscia il vento in Maestro, ma non mitigossi punto la furia della tempesta; anzi vie più crescendo, vedevasi saltare il Vascello sopra altissimi monti d’acqua, e quindi precipitare in profonde, e spaventevoli valli; sicchè passavano l’acque da parte a parte, sul più alto del galeone, l cibi aveansi a mangiar freddi, per non potersi accender fuoco; e per conseguente non poteasi prender cioccolata. A niuno era conceduto, star fermo in un luogo; perche o in piedi, o seduto che stasse, era sbalzato, a modo di ballone, più passi, ad urtare in una cassa, o altra cosa. Circa la mezza notte, caddero sul mio letto due bacchette di Cannoni, che poco mancò non mi dassero in testa; e per la violenza, colla quale vennero, non mi lasciassero morto.

Il Mercordi 3. durando l’istesso vento, non cessò punto la fortuna: si indirizzò la prora per Greco 4. a levante. In tutto il viaggio si erano veduti uccelli di Mare, però quel dì passarono due Anitre. Fu preso anche da un marinajo un’uccelli-


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