Pagina:Gita sulla strada di ferro da Parigi a San Germano.djvu/4

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giatore per wagon. Trentaquattro erano i wagon e trentadue i viaggiatori per wagon: fatta a matita la mia moltiplica, mi risultò la nitida cifra di mille e ottant’otto persone tutte disposte per il tratto di quattordici miglia di farsi bravamente tirare da un pentolone d’acqua bollente equivalente alla forza di centodieci cavalli.

Aveva appena fatto il mio computo che udii dietro a me il conduttore gridare en avant! parola tutta francese e che forma per così dire il riepilogo della intiera nazione. Quella parola fu ripetuta da tutti i conduttori dei wagon sino a che giunse all’ingegnere meccanico posto alla macchina locomotrice. Questi spinse una molla, il vapore andò a muovere gli interni congegni della macchina, e appena questa cominciò a scuotersi, che passò un orrendo frastuono di catene da un wagon all’altro e destò come una specie di sussulto generale. Gli anelli di ferro che congiungevano i wagon si distendevano e comunicavano dall’uno all’altro il principio del moto. Alla perfine il movimento si decise: la locomotrice fu la padrona dei suoi trentaquattro wagon e dei suoi mille viaggiatori e cominciò a tirarseli dietro. Pareva che un guizzo elettrico fosse dalla macchina passato in un lampo sino all’ultimo wagon: era come un corpo esanime che riprendeva la vita: il sangue ricominciava a scorrere dal capo alle estremità e da quelle vi rifluiva di nuovo. In breve il moto si fece sì regolare che una bottiglia d’acqua adagiata sul sedile del wagon non riceveva nel liquido la benchè menoma oscillazione, non era quello un camminare ma un trasvolare.

Fatto un breve tratto di strada ci trovammo ad un tratto all’oscuro. Passavamo per una galleria praticata al di sotto del quartiere delle Batignolles che è lunga quattrocento tre metri, un terzo in circa di miglio. Quando fummo a tre quinti circa di quell’androne di tenebre, ci sentimmo ad un tratto mancare il respiro. Il fumo del carbon fossile che usciva dal tubo della macchina locomotrice, e l’ossigeno consumato dalla fornace del vapore avevano in parte distrutta e in parte inve-