Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/102

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scere la propria coltura e di sollevare lo spirito dal quotidiano lavoro casalingo.

Grande è l’efficacia educativa dei buoni libri, che costituiscono per lo studioso un ambiente morale artificiale, preferibile a qualunque compagnia di persone, perchè essi sono per lui i migliori amici. Ma per le donne che dedicano le loro cure alla famiglia, i libri da leggere debbono essere bene adatti, affinchè giovino alla coltura della mente e al miglioramento dell’animo, e adatti non solo per l’istruzione che richiedono per essere letti con profitto, ma anche pel fine che si propongono, il quale deve essere sempre educativo, perchè l’esercizio del leggere deve aver di mira il continuo miglioramento morale del lettore.

Perciò i libri che hanno per fine semplicemente il diletto o l’arte per l’arte, come dicesi, non sono libri adatti per l’educazione intellettuale e morale della donna. Quindi bando assoluto ai romanzi, che eccitano sentimenti e passioni pericolose, disturbano l’equilibrio dello spirito, trasportano la mente fuori della vita reale, sana e pura, riscaldano la fantasia e la fanno correre appresso ai sogni e alle chimere.

«La donna che legge romanzi — dice la Franceschi-Ferrucci — mentre avidamente si pasce di quelle incantatrici letture, quasi farnetica e delirante, piglia i sogni dei romanzieri per la realità delle cose; e quando la necessità la costringe a tornare a questa e a far la vita che tutti fanno, ne prova tedio e dolore: si sdegna della sua condizione: ad ogni passo che muove cade in inganno: e sempre illusa e delusa diventa grave a sè stessa, inutile agli altri, e con le ardite speranze perde la fede».