Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/103

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L’animo della donna è per sè stesso troppo eccitabile, e la lettura dei romanzi, che attossicano il cuore e fanno pensare al male, anche quando non corrompono del tutto i costumi, non può essere giovevole. «A forza di leggere romanzi — osserva un valente — le giovanette finiscono col farne».

Non mancano, lo so, romanzi di carattere sano, che Appartengono all’arte vera (non quella del «verismo del brutto e del turpe»), la quale si propone?, col diletto, il fine nobile di educare, moralizzare, migliorare la mente e l’animo dei lettori, ed essi possono essere letti dalle giovanette che hanno in casa il tempo di farlo, purchè adatti alla loro coltura. Ma i genitori che non conoscono i libri che possono stare nelle mani felle proprie figliuole, faranno bene a distoglierle dalla lettura di qualunque romanzo, anche perchè nell’educazione delle giovinette è da pensare maggiormente a fortificarne la ragione, anzichè a eccitarne, con letture romanzesche, il sentimento, il quale nella donna è molto vivo e spesso trasmoda.

Di ciò non si lagneranno nè i romanzieri, i quali non destinano esclusivamente i loro libri alle giovanette, anche quando non hanno nulla di salace o di scollacciato, nè le giovinette stesse, che potranno sostituire alla lettura de’ romanzi quella dei racconti, delle novelle e, in genere, dei libri educativi scritti appositamente per esse, come quelli della signora Cordelia, di Ida Baccini, di Edvige Salvi, di Emma Perodi e di altre distinte nostre scrittrici, che all’educazione della gioventù consacrano l’ingegno.

E con questi libri edificanti possono star bene, nelle mani delle giovanette e delle signore, i giornali spe-