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della patria dev’essere il primo pensiero d’una madre. E questo avveniva in tempi pagani, quando la donna, considerata come schiava dell’uomo, era esclusa dalla società civile e obbligata a occuparsi solo degli affari domestici.
Il Cristianesimo, nobilitando, santificando l’ufficio di madre, rigenerò la donna, che, congiunta all’uomo dall'amore e non dalla tirannia, potè esplicare liberamente i pregi del suo cuore e sedere regina al focolare domestico, influendo potentemente sull’animo dei figli, del marito e dei fratelli per la rapida diffusione della nuova religione. E allora sant’Elena innalzò la croce di Cristo sulle rovine di Gerusalemme e indusse il figlio, l’imperatore Costantino il Grande, a dichiarare il Cristianesimo religione dello Stato.
Nei tempi di mezzo nuovi tentativi si fecero per avvilire e asservire la donna; ma la castellana, chiusa nell’inaccessibile rocca, ispirò il canto del trovatore, e la nobil donna animò il braccio del cavaliere del medio evo, che fu felice di poter morire col nome della donna del suo cuore sulle labbra. Le donne, accusate di debolezza e di ignoranza dai guerrieri di quel tempo, compirono, con le rare qualità del loro i cuore, il miracolo d’ingentilire talmente l’animo di essi, che diventarono cavalieri pronti ad impugnar sempre le armi per la tutela della donna e per la difesa dei deboli.
Ma la donna fu ingiustamente accusata di debolezza, perchè, se non ebbe mai la forza fisica pari a quella dell'uomo, per effetto della sua speciale costituzione organica, non le mancò, nei gravi pericoli, la forza morale necessaria, che sostituì o accrebbe quella fisica.