Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/15

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Anna dei Landi anima colle sue parole l’avvilito guerriero anconitano e lo spinge contro il nemico, e Stamura, in mezzo ad una pioggia di dardi nemici, incendia le macchine guerresche che dànno l’assalto alla città. Cinzica dei Sismondi infiamma col suo coraggio gli atterriti pisani e libera la patria dalle mani dei Saraceni, e Caterina Segurana, alla testa de’ suoi concittadini, respinge l’assalto dei Turchi alla città di Nizza e impedisce che se ne impadroniscano.

Nei tempi moderni, la donna ha mostrato che il suo ingegno, coltivato e educato, sa elevarsi nelle più alte sfere dell’arte, ed è superfluo citare il nome di tante illustri, che, nella letteratura specialmente, hanno reso celebre il loro nome. Per l’indipendenza e la libertà della patria la donna ha mostrato di quale efficacia sia l’opera sua; e basta citare, per tutte le madri italiane, il nome venerato di Adelaide Cairoli. «Non vi è apostolo e martire di una santa causa — dice il De Amicis — a cui non abbia dato un soffio dell’anima sua o una fidanzata valorosa o una sposa eroica o una madre grande».

Nell’ultima gloriosa e santa guerra nazionale per la liberazione delle terre italiane soggette all’Austria, la donna ha saputo ben disimpegnare, nelle officine, nelle industrie, negli uffici pubblici, ecc. l’opera dell’uomo, venuta meno per la chiamata alle armi, ed ha dato prova di grande patriottismo incoraggiando alla guerra e sopportando con fortezza e rassegnazione il profondo dolore della perdita dei figli, dei fratelli, dei genitori, periti nell’immane conflitto. Così essa ha contribuito efficacemente alla vittoria e alla grandezza della patria.