Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/166

Da Wikisource.

— 160 —


Ora converrebbe far parola di un altro dovere dello Stato per l’educazione morale della donna; bisognerebbe parlare cioè della necessità di una legge che tuteli maggiormente il buon costume e ponga un freno alla facile corruzione e seduzione delle giovanette, colpendo più severamente il corruttore o seduttore, che spesso rimane impunito. Ma credo che basti questo solo accenno a tale necessità, trattandosi di una questione che tutti riconoscono giustissima e che uomini eminenti studiano, affinchè possa avere un’attuazione pratica. Passo quindi alla conclusione di quest’ultimo capitolo, la quale è anche la conclusione del libro.

Da quello che ho detto appare chiaro che grandi sono i doveri dello Stato nell’educazione della donna, che è, ripeto, il problema più difficile e più importante dei tempi nostri, e spetta a lui, che deve provvedere al benessere e all’avvenire della patria, di ordinare specialmente le scuole femminili in maniera che giovino davvero a preparare la donna alla grande missione che deve compiere come madre di famiglia e educatrice della prole. Così facendo, lo Stato potrà combattere anche vittoriosamente quei partiti che cercano di volgere ai loro fini politici l’educazione de la donna, predicando una fantastica emancipazione di lei e attentando così all’esistenza della famiglia, la più forte e seria istituzione, base degli ordinamenti sociali. Spetta pure a lui di vigilare assiduamente affinchè nelle scuole e nei collegi femminili non si trascuri l’educazione patriottica nazionale.