Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/28

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tare, avesse dichiarato che le nozioni da impartirsi debbono essere sempre dirette a preparare buone figlie e buone madri, ciò che la scuola deve curare con tutti i mezzi che sono in suo potere.

È un errore il credere che solo la famiglia possa dare alla donna l’educazione morale conveniente, secondo la missione che deve compiere, perchè vi sono molte famiglie, così malamente costituite, che o non possono badare all’educazione delle loro figliuole o non possono dar loro buoni e salutari esempi per la vita. Mandandole a scuola, esse si affidano all’opera educativa degl’insegnanti. Facciamo quindi che non venga mai meno questa loro fiducia; e quando ci preoccupa il fatto, pur troppo vero, che l’opera della scuola è, per l’educazione morale, ben poca cosa rispetto a quella grandissima che potrebbe compiere la famiglia, ricordiamoci che, se la famiglia non risponde interamente alla sua missione educatica verso la prole, solo la scuola può sostituirla. È compito quindi della scuola di migliorare la famiglia migliorando l’individuo, ed essa deve saperlo compiere anche senza l’aiuto, certo efficace, della famiglia stessa.

È pure un errore il credere, come fanno molti, che occorrendo per l’educazione morale lungo tempo, affinchè si formi nell’educando l’esperienza della vita, la scuola non possa abbreviarla. La scuola può benissimo, e deve abbreviare tale esperienza, anticipandola con un sano insegnamento su cose e fatti veri o verosimili, scelti con arte. Se è lungo il tempo necessario per l’educazione morale della donna, è utile che sia bene speso, per un sì nobile scopo, quello disponibile nella scuola.