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Pagina:Giuseppe Grassi - Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana (1821).djvu/28

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Venendo al figurato la differenza si fa più viva, poichè altiero è colui che sente altamente di se, superbo è quegli, che per troppo sentire di se vuol esser sopra gli altri; l’altiero s’apparta dal volgo, il superbo ne va in cerca per offenderlo; altiero è quasi sempre preso in senso onesto, superbo non mai. Dante scontrandosi nel purgatorio col buon Sordello esclama:

«..... oh anima Lombarda
Come ti stavi altiera e disdegnosa,
E nel mover degli occhi onesta e tarda.»

Ed in altro luogo parlando della squadra degli angeli ribelli la chiama superbo strupo, cioè schiera1 di spiriti, che peccarono di superbia


  1. È questo il solo e vero significato della voce Dantesca strupo, intorno al quale errarono da cinque secoli in quà tutti i commentatori dell’altissimo poeta (vrd. i commenti al canto 7.0 dell’Inferno dal Buti al Biagioli). Strupo vale quantità di gente, e nel verso di Dante truppa d’angeli, dal latino-barbaro stropus, che sonava gregge di pecore, e per traslato naturalissimo moltitudine di persone, stormo, truppa di gente (vedi il supplimento del Carpentier al glossario del Du-Freane alla voce stropus). La radice è nell’antico teutonico Troppe, trop, ed in alcuni di que’dialetti strop, che s’interpretano grex, certus ovium numerus: (vedi Schilter in Troppe), onde il troupeau, e la troupe dei francesi, e la truppa degli italiani. È degno d’osservazione, che la voce strup è ancor viva nel dialetto piemontese per gregge, o grosso branco di pecore, cioè nel puro significato degli antichi idiomi teutonici.