Pagina:Giuseppe Grassi - Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana (1821).djvu/29

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volendo essere sopra Dio. Quante volte non chiama egli altiera la donna sua il Petrarca? avrebb’egli osato, quell’animo gentile, chiamarla superba? Questa differenza si deduce ancor meglio dagli opposti, poichè superbo è sempre contrario d’umile, ed altiero si oppone a basso; quello ha per contrario una virtù, questo un vizio; epperò il cantor di Laura scrisse:

«...... a voi non piace
Mirar sì basso con la mente altera

Non debbo qui dimenticare un’acuta distinzione di questi due vocaboli fatta dal Minucci, ottimo scrittor toscano1: «altiero, dic’egli, è colui, che per grandezza d’animo non riguarda e non applica a cose vili, anzi dimostra verso di quelle una certa schifezza generosa, e senza vizio: e superbo si dice colui, che per vizio e per capriccio spropositato disprezza tutti, e tutte le cose indifferentemente e senza distinzione alcuna.»

Trapassando ora agli astratti vedremo qual differenza corra tra alterezza e superbia. Superbia secondo S. Gregorio, è desiderio disordinato e perverso di eccellenza, e però è posta fra i


  1. Annot. al Malmant.