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« Gli altri denti delle mascelle erano appena coperti da un sottilissimo tenerume, o velo di gengìia.» Redi.
Im nessuno di questi membretti si può sostituire alla voce mascella quella di guancia o di gota.
Ho detto di sopra che mascella può prendere il luogo di guancia o di gota, se lo conceda la dignità del discorso, ed ho inteso di accennare una seconda distinzione da farsi tra quella voce, e quest altre, le quali vengono preferite a mascella per essere più gentili, e monde da quel non so che di grossolano, che accompagna pur sempre questo vocabolo: ond’è che mascella non potrebbe usarsi per guancia in quei versi del Pastor fido:
» Che s’avess'io cotesta tua sì bella
» E sì fiorita guancia.»
Nè in quest'dell’Ariosto senza farli bassi, o ridicoli:
» Per far al Re Marsilio, e al Re Agramante
» Battersi ancor del folle ardir la guancia.»
Neppur potrebbe tener il luogo di gota ne’ seguenti versi del Petrarca:
» Tornasi al ciel, che sa tutte le vie,
» Umida gli occhi, e l’una e l’altra gota.»