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tuttavia la base, nella quale si vedevano ancora le feritoie per i cannoni!!! Recatici subito, colla guida del buon Valesini, nei sotterranei della sua abitazione, oltrepassato un primo vano, nel cui fondo vedevasi una parete curva sporgente verso l’ingresso, per una porticina già aperta in breccia in quella parete, ci trovammo, d’improvviso, in una cripta a ferro di cavallo, con corridoio semicircolare e sfondo centrale, decorata di resti di pitture, alla quale davano luce, ancora in parte, due feritoie a strombo e un foro circolare: i buchi per i cannoni del povero Valesini.

Fu di tal maniera che potemmo accertarci della verità ed esattezza della nostra interpetrazione, e scoprire altresì un altro raro e prezioso monumento sacro, unico, se non erriamo, in tutta questa regione.

E che la cripta da noi scoperta fosse, in origine, dedicata sicuramente a un Martire e, quindi, a S. Primiano, come dice il Decreto, non vi ha dubbio, essendo provvidenzialmente scampate alla distruzione alcune parole, dipinte in una delle pareti, parole alludenti, con tutta sicurezza, ad una scena di martirio, quivi rappresentata1.

Messa, subito, questa cripta in rapporto con la fabbrica superiore, rilevammo facilmente che essa sottostà alla Cappella delle Reliquie o Coro d’inverno, la quale Cappella segna appunto, verso settentrione, l’estremo limite della attuale Canonica, la quale, è chiaro, sorge ancora esattamente entro i confini che le assegnava più di otto secoli fa il Vescovo Andrea2.


  1. In un altro studio, abbiamo illustrati tutti i più antichi avanzi costruttivi, scultorî e architettonici del Duomo di Spoleto, tra i quali, naturalmente, ha luogo non ultimo questa cripta. Senza ripeter qui ciò che ha il suo posto altrove, accenneremo solamente che il frammento di iscrizione dice così: + VBI TERRIBILIS..... PERCVSSIT ecc. Verificato che non trattasi di un passo biblico, non resta che attribuirlo ad una leggenda di martirio e, di certo, troveremmo tali parole in quella di S. Primiano, se ci fosse stata conservata.
  2. L’attuale edificio della Canonica del Duomo di Spoleto, non è noto quando venisse costruito. Il Chiostro, sicuramente è della metà del XVI secolo e Sansi, Storia cit., Vol. II, pag. 241, in nota, lo afferma basandosi su documenti esistenti