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il duomo di spoleto 21


È notorio che, fino da tempi molto antichi, lungo i fianchi delle chiese, si usò di costruire tribune e cripte dedicate al culto particolare di Martiri o di Santi. L’ipotesi più ovvia, quindi, è che la tribuna di S. Primiano, ricordata dal Vescovo Andrea, e sporgente appunto dal fianco sinistro della Cattedrale spoletina, sia una di tali tribune. Ma ad accogliere questa ipotesi, a me sembra che si oppongano e la eccessiva sua sporgenza, che dal muro del più antico Duomo da noi conosciuto misura oltre m. 14 per 6 circa di larghezza, e un tardo ma importante documento.

Una sporgenza tanto rilevante, che io sappia, non venne mai data a delle semplici tribune, le quali rassomigliarono piuttosto a grandi nicchie, addossate alla parete di una chiesa, anzichè a vere e proprie cappelle, secondo il concetto moderno, formanti un organismo particolare, annesso alla chiesa come appendice, e con essa comunicanti a mezzo di un arco di una porta. Ma queste ragioni di fatto non avrebbero tutto il valore che noi crediamo di dover dare ad esse, se un documento, ben tardo, è vero, ma importantissimo, non ci dimostrasse nel modo più sicuro che la già lunga tribuna di S. Primiano si protendeva entro la Cattedrale del XII secolo.

Nel Libro Capitolare Terzo che è uno dei registri delle deliberazioni del Capitolo del Duomo, a c. 152 r. sotto la data 4 Novembre 1630, si legge: «Mons. Priore espose, che il giorno avanti nel Capitolo spirituale fatto avanti Mons. Illlmo. Vescovo nella Sacristia era stato letto un memoriale dato per parte della Congregatione del Consortio, dove si dimandava al Capitolo una stanza sotterranea che sta vicino alla sacrestia della Sma Cona sotto la Cappella del Glandio, per farne due seppolture, una per li sacerdoti della d.a Congregatione, et l’altra per li secolari benefattori; soggiungendo di più che anco li Signori Operali l’han detto


    nell’archivio comunale. Il fabbricato apparisce, invece, opera del XIII secolo incipiente, e, infatti, abbiamo due carte una del 1230, che reca «Actum Spoleti in palatio sancte mariae». (Sansi Documenti cit. pag. 247); e un’altra del 1232, la quale dice parimenti: «Actum in palatio canonicorum majoris ecclesie Spoleti (Sansi Docum. cit. pag. 242).