Insuperbisci, o santa madre Saturnia! In poco
Mancherà certo a tante postume glorie il loco: 15Poi che la Morte, amabile Circe, muta fra noi
Non gli uomini in cignali, ma i cignali in eroi;
E di marmoree plejadi
T’ingemma l’arte il suol.
Corone a lor! Che importa, se stracca e macilenta 20Una ciurma di vive larve curvata stenta
Su l’altrui gleba, dove semina l’ossa? A lei,
Se un covo e un tozzo manca, non bastano i trofei,
Onde la gloria italica
Poggia a l’olimpo il vol?
25Spumeggi altrui nel colmo bicchier l’ebbrezza; bacchi
Felicità per l’aule de’ blasonati ciacchi;
Altri gioisca i letti, in cui molle si sdraja
La voluttà, che i corpi meglio che l’alme appaja;
Pieghi la Fama i facili 30Lombi a chi in alto sta.