Pagina:Gli amori pastorali di Dafni e Cloe.djvu/117

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SUPPLIMENTO DEL TRADUTTORE.




Scampato Dafni da questo pericolo, come gentile e conoscente che egli era, ringraziò Dorcone del suo aiuto, offerendosegli molto; e la Cloe altresì gli prese affezione, e fecegli intorno di molte amorevolezze. Era Dorcone un cotal tarpagnuolo inframmettente, di pel rosso, di persona piccoletto, e di maniere tutto nel praticar curioso, nel parlar lusinghiero, e nel pensier malignuzzo: insomma un cattivo bestiuolo. Aveva costui più volte veduto la Cloe, e, piacendogli, cercava di farlesi amico; e di già aveva gittata un motto a Driante di volerla per moglie. Ora, in su questa occasione, veggendo Dafni cortese e soro com’era, e parendogli la Cloe semplicetta ed arrendevole per le carezze, ch’ella per amor di Dafni gli facea, pensò di che addomesticarsi con esso loro più strettamente, perchè il suo disegno gli riuscisse; e fattilisi con molte parole e con molte sue novelle amici, e lasciato un appicco per rivedersi, se ne tornò per allora a’ suoi bovi, tutto acceso della bellezza della Cloe, ed aschioso della pratica, che vi tenea. Rimasti i due giovinetti soli, se n’andarono verso la grotta delle Ninfe, per ringraziarle del pericolo scampato, e cogliendo tra via de’ fiori, fecero a ciascuna di esse la sua corona; poscia adoratele e ringraziatele, uscirono sul pratello davanti alla grotta, e quivi d’altri fiori fatte ghirlande per loro, così inghirlandate se ne scesero al bagno delle Ninfe. Era questo bagno a’ piè d’esso pratello, perciocchè l’acqua che della grotta usciva, per mezzo d’esso correndo, giungeva