di esso, era un tempietto sacrato a Bacco, il cui altare era circondato d’ellera, siccome il tempio di viti. Dentro di esso tempio erano dipinte tutte le istorie di Bacco, il parto di Semele, il seggio di Arianna, Licurgo legato, Penteo smembrato, la vittoria contro gli Etiopi, la trasfigurazione de’ Tireni, e per tutto Satiri che scherzavano, Bacche che saltavano, e Pane che, sopra un sasso sedendo, parea che comunemente sonasse a quelli che pigiavano, e a quelli che saltavano. Questo tal giardino coltivando Lamone, tagliava quel che v’era di secco, sollevava i capi delle viti, radeva i viali, spianava, nettava, e di tutto che mestiero gli facea lo rabbelliva. Avea l’acqua per una fontana, che Dafni avea già trovata per uso de’ fiori; ed avvenga che pe’ fiori servisse, pur del nome di Dafni si chiamava. In oltre comandò Lamone ad esso Dafni, che facesse ogni opera per ingrassare le sue capre, perciocchè il padrone s’incontrerebbe in qualche loco a vederle: di che egli sperando di doverne lode acquistare, tutto contento si stava, perciocchè n’avea la metà più di quelle, che da prima consegnate gli furono. Il lupo non glien’avea mai scemata pur una del novero; e di grassezza ancor le pecore avanzavano: pur nondimeno, per farsi il padrone ancora più favorevole alle nozze, vi poneva una cura ed una sollecitudine assai maggior che non soleva: le cacciava la mattina a pascere a miglior otta che prima; in sul mezzodì le rimenava, e due volte il giorno l’abbeverava: menavale a certe pascione sciolte fra macchie e greppi, dove fossino delle corbezzole, del timo selvatico, e per boschetti di querciuoli e di leccetti, di che elle volentieri si pasturano: procacciava de’ secchj nuovi, di cestole assai, di panieri grandi più dell’usato; e tanto era intorno alle sue bestiuole invaghito, che le lavava, le pettinava, le forbiva, ungeva lor le corna perchè rilucessero, intrecciava loro i velli perchè ondeggiassero, talchè chiunque vedute l’avesse, la propria gregge di Pane avrebbe creduto che fosse. E perchè la Cloe s’affaticava anch’ella a governarle insieme con lui e dismettendo la cura delle sue pecore at-