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OLI SPOSI PROMESSI
gambe; gli diedi una spinta, e me ne andai... Oh che co¬
raggio avevo allora ! ero un uomo I e in un momento sono
diventato... che cosa son diventato? Che è accaduto? Non
sono sempre quello? Ecco anche quel Vercellino non vorrei
averlo* ammazzato: se doveva2 pensare cosi un giorno, era
meglio che avessi pensato cosi sempre. Vieni, o luce male¬
detta; ch’io possa uscire da questo covaccio di triboli e an¬
dare3 a vedere quella ragazza. Ma devo lasciarla andare?
Vedremo; vedremo come mi sentirò. 4 Se potessi dormire
un’ora almeno: forse mi sveglierei5 coll’animo di questa
mattina. — In questi e simili pensieri passò il Conte del Sa¬
grato quasi tutta la notte; finalmente, non essendo il giorno
lontano, la stanchezza lo vinse, e si assopì. Ma6 i pensieri,’
che avevano riempiuta la sua veglia,8 trasmutati ora alquanto
e rivestiti di forme più strane e più terribili, lo accompagna¬
rono nel sonno. Era già levato il sole, e il Conte 9 stava 10 af¬
fannoso sotto il giogo di quei sogni11 rammentatori, quando
a poco a poco egli cominciò a risentirsi scosso, come e quasi18
chiamato da un romore monotono, continuo, insolito:13 stette
alquanto tra il sonno e la veglia; e finalmente, tutto desto,
e gettato un gran sospiro, riconobbe un suono festoso di
campane, e pensò che potesse essere,14 né gli sovvenne di cosa
che potesse essere allora cagione di festa. Si alzò, si vesti
rapidamente, e prima d’andare alla stanza di Lucia 15 (ché
la risoluzione gliene era rimasta), si fece alla finestra della
sua stanza, che dominava il pendio prima rapido poi più lento
e quasi piano fino al lago, e qua e là villaggi sparsi e case
solitarie. Guardò intorno, e vide contadini e contadine in
abito da festa,10 per tutti i viottoli avviarsi verso la strada,
che conduceva al Milanese;17 altri uscire dalle porte, e par¬
larsi quelli che s’incontravano, in aria di premura e di festa.
— Che diavolo hanno in corpo costoro? — disse egli tra
1 posto — diventar cosi, era meglio essere un giorno cosi, era —
3 a [vedere] consolare quella povera ragazza — 1 [Se potessi d] In
questi e simili pensieri passò il Conte del Sagrato quella notte, senza
poter mai chiuder occhio: finalmente — com’era — " il — 1 che nella
veglia — * ostinata, insostenibi | rivesti — u come — 10 sotto il gio
— " memori — Sic. — 13 A margine, in penna: « . Punto fermo *. —
11 [Non sapendo] né gli sovvenne d’alcuna cagione che potesse essere
— 11 (che fu la prima vio) — andare per tutti i viottoli, sulle porte
— 11 Che diavolo hanno i | e
CAPITOLO X - TOMO II. 361
sé; e tosto, chiamato uno de’ suoi fidati, domandò la cagione
(jj’quel movimento e di quel concorso;' e intese che s’era
risaputo la sera antecedente 2 che il cardinale Federigo Bor¬
romeo, arcivescovo di Milano, era giunto improvvisamente
a Lecco, per visitare :t le parrocchie di quei contorni; e che
tutti accorrevano a vedere queU’uomo,4 il quale, dovunque si
portasse, attraeva sempre folla.
Il Conte congedò con un cenno del capo il fidato, e ri¬
mase ancora un momento alla finestra a guardare, dicendo
fra sé: — come sono contenti costoro ! E perché? Perché è
arrivato un uomo che si porrà un bell’abito, e darà loro
delle parole, e alzerà le mani, tagliando l’aria in croce. Oh !
come saltano:5 sembrano cavrioli: eh! avranno forse certo
dormito meglio di me! Tanto contenta questa canaglia...
ed io... Voglio andare anch’io: voglio veder questo uomo,
che li fa esser tanto vogliosi, tanto contenti. Andrò, andrò.
Voglio parlargli; voglio un po’rt vedere anch’io quest’uo¬
mo. Ne dicono tante cose ! Eh ! come mi accoglierà egli ?
ricordati che sei il Conte del Sagrato. Ma che ho io paura
di brutti musi ?7 Io andare da lui: a che fare? che dirgli ?
Certo mi8 mostrerà due occhj11 arrovellati.. .10 Non importa:
voglio andare a sentire che parole ha costui, per render la
gente cosi allegra. — 11 Cosi detto o pensato, il Conte stette
1 Segno accanto per due righe, e a margine, in penna : « periodo
che diviene imbrogliato. Sarà facile rimediarvi». — 2 nel ult (sic) —
i quella chiesa — 4 A margine, in penna, del Manzoni: « che quella mat¬
tina doveva trovarsi ad una chiesa (che nominò ed era alla metà della
via distante circa due miglia dal castello)» — pajono —:n [sentire
se ha qualche cosa anche per me ! trovare | senti] vedere quel vólto,
sentire queste sue parole che [cangian) fanno sparire le afflizioni. Vo¬
glio vedere se ha ancora quegli òcchj che hanno fatto abbassare
i miei. .. cospetto. .. cinquantanni sono. Era uno strano giovanetto.!
E ora che sarà diventato ? ora [d] sarà ?