Pagina:Gli sposi promessi III.djvu/23

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Cap. II.



La casipola del curato era, ed è tuttavia,1 attergata alla chiesicciuola di quel paesello: la cavalcata, per porsi in via, doveva2 girare il fianco della3 chiesa, e passare davanti alla fronte, sulla quale è voltato un arco, che, appoggiandosi dall'altra parte sul muro della strada, forma tetto sopra di questa.4 Già su la porta del curato cominciava la folla di coloro, che, non potendo5 capire in Chiesa, né stare in luogo dove si vedesse quello che vi si faceva, cercavano almeno di starvi più presso che si potesse.6 Quella pompa singolare7 si affacciò alla turba, e i lettighieri, che erano contadini del luogo, domandarono il passo ai primi che lo impedivano, con un certo garbo inusitato, che era loro 8 ispirato dal sentimento indistinto che servivano a qualche cosa di santo e di gentile, dall'aver veduto il cardinale, dalla commozione che appariva su tutti i vólti. La folla faceva largo, guardando ognuno9 quella comitiva con maraviglia e con curiosità, e il Conte con un riserbo che non era più quel solito terrore. Cosí pian piano, la comitiva si avanzava, quando10 giunse sotto il portico,11 dove12 si dovette rallentare

  1. [di là dalla] appoggiata
  2. voltare
  3. chiesa, e passare dinanzi alla porta della fronte e [vi | la quale | su la] ivi la strada è coperta d’un arco voltato sul muro della chiesa da una parte, e sotto quel | forma
  4. La porta era spalancata, e [il portico | la folla della chiesa] il portico
  5. stare in altri
  6. Quando
  7. uscí in mezzo
  8. [ispirato da] infuso
  9. con una
  10. si trovò
  11. dinanzi alla porta spalancata della Chiesa,
  12. si