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capitolo [iv] - tomo iii 449

perché non ha ancora veduto la fine.1 Quell'infelice era sopraffatto dallo spettacolo dell’ingiustizia d’un uomo; un altr’uomo doveva2 rendergli visibile3 la carità, perch’egli la credesse, perché l’amasse, perché non si staccasse da essa. Chi doveva esser quest’uomo? Ma egli ha veduta, ha sentita l’ingiustizia sola: l’ha veduta impunita, temuta; ha veduto colui, dal quale aveva imparato a detestarla, ritirarsi, cedere, assecondarla, quando si è mostrata nella sua forza;4 dopo averla abborrita, egli ne è stato5 abbagliato,6 ne ha fatto il suo Dio. Non dite ch’egli era7 disposto alla perversità, e che8 ha colta la prima occasione per darsi ad essa. Sarebbe questa una scusa dolorosa; ma una scusa per voi, se aveste fatto quello che per voi si poteva, qualche cosa per ritrarlo da quella via, per ritenere nel bene i suoi pensieri dubbiosi. Che avete voi fatto? Che conforto, che ricordo, che esempio ha egli portato con sé, partendosi ? che ha egli avuto da voi? Un rifiuto.9 Chi non ha cura dei suoi, ha negato la fede, è peggiore dell'infedele. La sentenza è terribile, ma non viene da me: è del vostro Maestro, e del mio.»

11 Cardinale cessò di parlare, ma10 nel suo vólto composto al silenzio si dipingevano ancora i sentimenti, che avevano mosse le sue parole, e che le sue parole avevano accresciuti: l’ira senza peccato,11 la commiserazione, un riflesso di terrore sopra se stesso al ricordo di quei doveri, che gli erano comuni con quello, ch’egli riprendeva d’averli sconosciuti.12</ref> Don Abbondio sulle prime, quando aveva

  1. Allora un uomo [doveva] doveva stare più vicino che mai a quel prossimo afflitto
  2. mostrarsi
  3. Variante presente
  4. Segno di richiamo, e a margine, in penna: «. punto fermo».Cancellato [egli abborrendola negli altri l’ha] egli dopo averla abborrita negli altri
  5. abbagliato ne ha fatto il suo Dio. Che conforto, che ricordo, che esempio ha portato con sé quello sventurato partendosi dal suo pastore?
  6. Segno di richiamo, e a margine, in penna: « - forse abbagliato, - direi ; mi è piaciuta tanto l’Idea del Cardinale che alle volte il terrore della pena cade sui non colpevoli».
  7. inclinato alla
  8. questa
  9. Colui che
  10. dal
  11. la compassione, un certo terrore
  12. Segno di richiamo, e a margine, in penna, la lunga nota seguente, che arriva fino alle parole del testo- Sa il cielo - ecc. « Le frasi - l’acqua aveva penetrato quel terreno, comprendeva davvero quanto la sua condotta fosse stata diversa dalla legge ch’egli stesso aveva sempre predicata - in uno stile come questo semi-ascetico, esprimono troppo. Significano essenziale rivolgimento dell’animo verso la religione. Abbondio non è più il mio carissimo Abbondio. Sarebbe anche da lasciarsi, mi pare, l’epiteto - tutta carnale - alla tristezza del povero diavolo, onde allontanare sempre più ogni idea di una seconda conversione, e non servirsi qui di parole troppo solenni, e tecniche, proprie di libri relativi allo spirito Cristiano. Mi sembra che il mio carissimo Abbondio potrebbe descriversi a un di presso così: che in sulle prime D. Abbondio, quando aveva veduto che s’intuonava un rabbuffo, aveva sentito un turbamento ed una tristezza stizzosa: che non poneva mente al senso dell’ammonizione, ma al tuono con cui veniva fatta: e non si affannava d’altro se non di vederla finire. Ma a poco a poco gli nacquero in cuore altri pensieri : le parole del Cardinale erano conseguenze impensate, applicazioni nnove, ma d’una dottrina antica pur nella mente di D. Abbondio (lo vedo proprio colla faccia di Torti quando ode dir male di Parini) non aveva voluto il male di nessuno, soltanto provvedere a sé: ed ora sentiva chiaramente d’aver cagionato gravi sciagure a due persone meritevoli di tutt’altro, ad un povero giovane e ad un’innocente fanciulla. Aveva un sentimento confuso di simili contigenze per l’avvenire; e pensando agli obblighi del suo ministero rivelatigli dall’eloquenza del Cardinale provava una pietà di se stesso simile a quella ch’ei soleva provare ogni volta che la violenza altrui lo metteva in apprensione di non potersene forse sottrarre coll’usata sua circospezione. — Perché mai, pensava egli, vi sono tante difficoltà a vivere, e tanti doveri, purtroppo! per un povero curato? Taceva egli, ma non più di quel primo silenzio impersuasibile e dispettoso, taceva come quegli che ha più cose da pensare che non da dire. Il Cardinale s’accorse dell’effetto delle sue parole (lo giudicò anzi maggiore che non fosse) ne sentì ecc...
    Eccoti le mie idee quali si siano esposte in uno stile da falegname. Se ti sembrano a proposito, tocca a te a vestirle d’un abito nuovo, o almeno d’un abito decente. »


Manzoni, Gli sposi promessi. 29