Pagina:Gobetti - La frusta teatrale,Corbaccio, 1923.djvu/36

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muore «proprio come all’ospedale». Anche Cavour nel quarto atto del furbo Tumiati può essere in preda all’epilessia, in pieno disfacimento fisico. Invece nel Nuovo Idolo starà bene una solenne lezione di medicina detta a gara con quella di igiene e di morale degli Avariati desanctisiani. Sovranamente cercherà di parlare nel Saul la tremula persona presa di odio anticlericale parodisticamente ateo e cadente dove per l’Alfieri1 si tratta di un eroe, suicida in completa religiosità. Anzi intensa commozione proveranno anche i più umili scorgendo il biblico eroe zacconiano nella contemplazione di un ideale di domestica tranquillità. 2

Solo una ragionata consolazione di chiarezza si conseguirebbe assistendo al desolato strazio della graziosa Desdemona. La tragica sorpresa di Shakespeare si direbbe ispirarsi senz’altro ad una rigida esclusione della gelosia. Il segreto di Otello è inesorabilmente più complicato. Egli uccide per un rito di purificazione, per una riflessa volontà di abolire il passato e di riconsacrare l’amore: «Tale ti serba, quale ora sei, dopo morta; e io ti ucciderò e ti amerò poi eternamente». La bacia prima di ucciderla, la bacia morente. Soffocandola non la trarrà dal suo altare d’innocenza: nè il sangue di lei sarà versato, nè turbata la tranquillità del suo candore. L’astuzia dell’artista sogna volentieri queste fantastiche redenzioni.

Per un uxoricidio coi fiocchi manca qui l’essenziale: la scenata e il ruggito dell’istinto. Quanto di potenza vo-

  1. Un mio saggio sul Saul trovasi in appendice al volume La filosofia politica di V. Alfieri. Torino, 1923.
  2. Di certi frammenti d’analisi più meditati egli è debitore alla tradizione, L. Bonazzi, G. Modena e l’arte sua. Città di Castello, 1884. T. Salvini, Ricordi, aneddoti e Impressioni. Milano, Dumolard, 1895.