Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/63

Da Wikisource.

Filosofia zoologica 59

vamente, mettevano l’osservatore nella impossibilità assoluta di comprendere il complesso delle cose. Si trovano in Buffon molti esempi in appoggio di questa asserzione, di cui i saggi di Josephi1, e di parecchi altri sono venuti a confermare la verità; perchè sarebbe stato necessario comparare ciaschedun animale con tutti gli altri, e tutti gli animali fra di loro. Si vede che questa strada non avrebbe mai menato a uno scioglimento soddisfacente.

Pertanto io propongo di stabilire un tipo anatomico, un modello universale che contenga, per quanto è possibile, le ossa di tutti gli animali, affinchè possa servire di regola nel farne la descrizione secondo un ordine prestabilito. Questo tipo dovrebbe essere stabilito, avendo riguardo, per quanto è possibile, alle funzioni fisiologiche. L’idea di un tipo universale trae necessariamente con sè un’altra idea, vale a dire, l’idea della non esistenza di questo tipo di comparazione come essere vivente, perchè la parte non può essere l’immagine del tutto.

L’uomo, di cui la organizzazione è tanto perfetta, non potrebbe, appunto a motivo di questa perfettezza, servire di punto di comparazione cogli animali inferiori. Bisogna all’incontro procedere nel modo seguente.

L’osservazione ci insegna quali sono le parti comuni a tutti gli animali, e in che cosa queste parti differiscono fra di loro; la mente deve comprendere questo complesso, e dedurne per astrazione un tipo generale di cui la creazione le appartiene. Dopo di aver stabilito questo tipo, si può considerare come provvisorio, e farne saggio col mezzo dei metodi di comparazione consueti.

  1. Materiali per servire all’Anatomia dei Mammiferi del Dott. W. Josephi professore all’Università di Rostock, 1792.