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werther. | 203 |
l’altro a vicenda, come s’ella non volesse partirsi di qui senza la certezza che noi saremmo felici, un giorno, in compagnia l’un dell’altro. E parea che l’avesse.»
Alberto le si gittò al collo e la baciò. «Sì, noi siamo felici, noi lo saremo — diss’egli.» Quest’uomo, sì riposato, era commosso in tutte le sue viscere: io non sapeva più ove mi fossi.
«E questa donna, o Werther — ripigliò Carlotta — questa donna dovea perire! Mio Dio! penso sovente come avvenga che noi lasciamo involarci quanto abbiamo di caro nella vita, senza opposizione veruna. I soli fanciulli sentono profondamente le cose: i nostri durarono lungo tempo a querelarsi che gli uo-