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bettola, tanto più che in quel momento ogni persona per bene era alla messa mattutina. Lei spalancò gli occhi quant’eran grandi, come si destasse allora allora, quando egli le chiese un orcio d’acquavite contenente quasi un mezzo secchio. Invano il disgraziato credeva di annegarvi il suo strazio. L’acquavite gli produceva sulla lingua l’effetto del pizzicore d’ortica, e gli sembrava più amara dell’assenzio; onde gettò l’orcio per terra.

— Smetti dallo straziarti, cosacco! — mormorò d’un tratto una voce da basso dietro di lui.

Piero si volse: era Basavriuk. Che ceffo! Capelli, come setole; occhi, occhi di bove.

— So che ti manca, — disse: — ecco quel che ti manca.

E allora, con diabolico sorriso, fece tintinnar la borsa appesa alla cintura.

Pietro trasalì.

— Ah, ah!... — Ve’ come brilla, ve’! — ghignava quel tristo, versandosi a piova da una mano all’altra gli scudi tratti dalla borsa. — Ah, ah, ah! senti il bel suono! Eppure, per un mucchio di questi giocherelli, io non vorrei da te che un favore solo.

— Dài pure, diavolo! — esclamò Piero; — io sono pronto a tutto.

Allora, si percossero a vicenda la palma delle mani.

— Basta, Piero. Tu verrai all’ora stabilita. Domani è la festa di S. Giovanni: solo in questa notte dell’anno fiorisce la felce. Cogli la palla al balzo. Ti aspetterò stanotte nella Fossa dell’Orso.

Credo che le galline non aspettino la fattoressa che porta loro il becchime, così impazienti, come impaziente Piero aspettava la sera. Egli non faceva che guardar se l’ombra degli alberi non si allungasse, se il sole al tramonto non prendesse il purpureo splendore; e, a ogni minuto, gli cresceva la febbre: — Com’è lungo il tempo!

Ecco, intanto, scomparso il sole! Il cielo è rosso solo a un punto dell’orizzonte; ma pur laggiù la luce va spegnendosi a poco a poco. Levasi la frescura da’ campi; si fa buio; più buio ancora... scende la notte... alla fine!

Il cuore gli balzava nell’ansia, come se stesse per scoppiargli nel petto; egli attraversò la foresta e scese nella profonda forra chiamata la Fossa dell’Orso. Basavriuk lo aspettava.

Ivi la notte era buia, come sotto terra. Presisi a brac-