Pagina:Gogol - Novelle Ukraine, traduzione di Ascanio Forti, Sonzogno, Milano, 1903.djvu/30

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30 NOVELLE UKRAINE

un muso di porco che si sporse in dentro come per dire: «Ohe! cosa si fa qui?»

VIII.

La paura invase tutti quelli che si trovavano nella stanza. Il compare spalancò la bocca, schizzò fuori gli occhi come projettili e divenne come una statua di pietra colle dita aperte e ferme in aria. Il coraggioso dall’alta statura nel parossismo del terrore, spiccando un salto verso il palco, battè il capo nella trave con tanta violenza, che le tavole si smossero e il figlio del prete capitombolò giù come corpo morto, facendo un rumore sordo di cenci infagottati.

– Ohi! ohi! ohi! – gridò nel massimo della disperazione dimenando braccia e gambe sul banco dov’era caduto.

– Ajuto! – vociava un altro coprendosi la faccia con una pelliccia di montone.

Il narratore nel delirio della convulsione trovò rifugio sotto le gonnelle di Teodora. Il coraggioso dall’alta statura, fallito il primo tentativo, tentò un ultimo assalto disperato e infilò diritto diritto nel forno, tuttochè fosse stretto d’apertura, e trionfante vi si serrò dentro da sè col chiusino. Cerevik balzò in piedi come scottato dall’acqua bollente, si mise per isbaglio in testa una pentola invece della berretta e si diede a corsa senza quasi toccare il terreno coi piedi, senza saper dove. Gli batteva il cuore come il pestello d’un molino, la testa gocciava di sudore come una grondaja. Sfibrato, era sul punto di buttarsi per terra... quando sente che qualcuno gli corre dietro. Gli mancò il fiato:

– Il diavolo, il demonio! – gridava pazzamente moltiplicando le sue forze, ma cadendo poscia privo di sensi.

– Il diavolo, il diavolo! – si gridava dietro di lui, ed egli sentì soltanto che qualche cosa di pesante gli era piombato addosso.

Il suo cervello gli si svuotò di pensieri ed egli rimase muto e immobile in mezzo alla strada come «il terribile abitatore d’un ermo sepolcro».