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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/266

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GOGOL

tranquilla, che per un momento tu dimentichi tutto, e pensi che le passioni, i desideri e la progenie irrequieta dello spirito maligno intento a tormentare il mondo, addirittura non esistono, e tu li hai conosciuti soltanto nelle luccicanti e abbaglianti visioni del sogno.

Vedo di qua una casetta piuttosto bassa, con una loggetta coperta, sostenuta da minuscoli colonnini di legno anneriti, che gira attorno a tutta la casa, perché si possa in tempo di tuoni e di grandine chiudere le imposte delle finestre senza inzupparsi di pioggia. Dietro ad essa sono amaraschi profumati, intere file di nani alberi da frutta, affondati nella porpora delle ciliege e nel mare di ametista che formano le susine velate da un lieve strato di piombo, e un acero ramoso all’ombra del quale è disteso un tappeto per la siesta; dinnanzi alla casa un largo cortile coperto di piccola erba fresca con un sentierino formatosi a furia di passare dal granaio alla cucina e dalla cucina alle camere dei padroni; un’oca dal lungo collo nell’atto di bere acqua con le piccole ochette tenere come peluria; al muro di cinta sono attaccati mazzi di pere e di mele secche e tappeti esposti all’aria; un carretto di meloni fermo presso il granaio; il bue, staccato dal carro, è sdraiato pigramente accanto ad esso... tutto ciò ha per


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