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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/268

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GOGOL

ti del secolo passato, che, ahimè! ora non esistono piú, ma l’anima mia è ancora piena di rimpianto, e i miei sensi provano una strana angoscia quando mi figuro di tornare per qualche tempo alla loro dimora di prima, adesso deserta, e vedere un cumulo di capanne cadute, un laghetto disseccato, un fosso coperto d’erbacce nel posto in cui sorgeva la piccola casetta... e niente altro. Che tristezza! tristezza precoce per me! Ma torniamo al racconto.

Attanasio Ivanovic Tovstogub e sua moglie Pulcheria Ivanovna Tovstogubicha, secondo la pronunzia dei contadini dei dintorni 1, erano quei due vecchietti di cui ho cominciato a narrare. Se io fossi pittore, e mi proponessi di ritrarre sulla tela Filemone e Bauci, non sceglierei mai altri modelli all’infuori di essi. Attanasio Ivanovic aveva sessant’anni, Pulcheria Ivanovna ne aveva cinquanta. Attanasio Ivanovic era di alta statura; portava sempre una pelliccetta di montone coperta di cammellotto; sedeva ripiegato; e quasi sempre sorrideva, sia che parlasse, sia che stesse semplicemente ad ascoltare. Pulcheria Ivanovna era piuttosto seria, non rideva quasi mai; sul volto e negli occhi por-


  1. Fuori della pronunzia dialettale, il cognome della coppia doveva esere Tolstogub (dalle labbra grosse).

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