Vai al contenuto

Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/277

Da Wikisource.

PICCOLO MONDO ANTICO

novna non riusciva mai a capire, e se ne andava difilato in cucina a dormire. Tutti questi miscugli si salavano, si cuocevano, si seccavano in tanta quantità, che probabilmente avrebbero alla fine sommerso tutto il cortile (giacché Pulcheria Ivanovna sempre, oltre quello che era calcolato per l’uso della famiglia, amava di prepararne anche per provvista d’avanzo), se non fosse che una buona metà ne veniva mangiata dalle ragazze di servizio, le quali, andatesi a chiudere nella dispensa, si rimpinzavano là in modo cosí spaventoso da doversi poi lamentare per tutto il giorno e patire male di stomaco.

All’agricoltura e agli altri capitoli dell’azienda domestica fuori della casa Pulcheria Ivanovna aveva poca possibilità di accudire direttamente.

Il fattore, messosi d’accordo col capoccia del villaggio, rubava senza misericordia. Avevano preso l’abitudine di andare nei boschi del padrone come in una loro proprietà, vi costruivano una quantità di slitte, e le vendevano nel mercato vicino; inoltre vendevano a taglio le querce piú grosse ai cosacchi dei dintorni per i loro mulini. Una volta soltanto Pulcheria Ivanovna ebbe voglia di andare a ispezionare i suoi boschi. Per questo fu preparata una treggia con enormi copertoni di cuoio; e da quella treggia,


275