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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/279

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PICCOLO MONDO ANTICO

giardino attorno alle visciole e alle grosse pere d’inverno.

Quei degni amministratori, che erano il fattore e il capoccia, trovavano del tutto superfluo trasportare tutta la farina nei magazzini padronali, una volta che ai padroni era piú che sufficiente anche una metà; da ultimo anche quella metà la portavano muffita e inumidita, quella che era stata rifiutata nel mercato. Ma per quanto rubassero a gara il fattore e il capoccia, per quanto tutti spietatamente divorassero nella villa, cominciando dalla massaia fino ai maiali che sterminavano una quantità spaventosa di prugne e di mele, e spesso coi loro grifi scuotevano un albero per farne cadere tutta una pioggia di frutti; per quanto ne beccassero i passeri e i corvi; per quanti regali portasse tutta la servitú ai compari degli altri villaggi, e perfino sottraesse dai magazzini vecchie tele e matasse, tutta roba che andava a finire al pozzo universale, cioè a dire, alla bettola; per quanto rubassero i visitatori, i vetturini flemmatici e i camerieri; pure la terra benedetta produceva tutto in cosí grande abbondanza, Attanasio Ivanovic e Pulcheria Ivanovna avevano bisogno di tanto poco, che tutte quelle tremende ruberie passavano affatto inosservate nell’economia domestica.


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