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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/289

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PICCOLO MONDO ANTICO

viene in testa, subito comincia a parlare! — ripigliava stizzita Pulcheria Ivanovna. — Io lo so che parla per burla, e con tutto ciò non lo posso sentire. Sempre fa di codesti discorsi; e qualche volta, stai a sentire e stai a sentire, e in fine ti mette paura.

Ma Attanasio Ivanovic, soddisfatto di aver messo un po’ di paura addosso a Pulcheria Ivanovna, rideva, sedendo curvo sulla sua sedia.

Pulcheria Ivanovna per me era piú interessante che mai quando introduceva l’ospite a fare uno spuntino.

— Ecco qui — diceva, sturando una bottiglia — questa è vodka stillata alla sanguinella e alla salvia; se uno ha un dolore alle scapole o alla vita, questa dà un gran sollievo. Quest’altra è alla centaurea; se si ha un po’ di ronzío negli orecchi, o si formano delle impetigini sul viso, questa fa molto bene. E quest’altra è stillata ai noccioli di pesche; prendetene un sorso, sentite che buon odore! Se capita qualche volta, nel levarsi dal letto, di urtare nello spigolo di una credenza o di una tavola, e vi si forma un bernoccolo sulla fronte, allora basta prenderne un bicchierino prima del pranzo, e porta via tutto in un attimo; sul momento passa tutto, come se non ci fosse stato mai niente. — Dopo ciò, passava in rassegna allo stesso modo anche


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