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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/342

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GOGOL

lito in mezzo alla strada (cosa che a Mirgorod qualche volta capitava), allora immancabilmente egli diceva a Ivan Nikiforovic: «Badate, non mettete il piede lí, perché lí non conviene». Ivan Nikiforovic dal canto suo, dava anche lui i piú commoventi segni di amicizia, e dovunque si trovasse, sempre tendeva a Ivan Ivanovic la mano col cornetto del tabacco dicendo: «Favorite». E che bella casa ben provvista aveva ciascuno dei due!... E questi due amici... Quando seppi la cosa, fu come se un fulmine mi avesse colpito! Per un pezzo non ci volli credere. Giusto Dio! Ivan Ivanovic adirato con Ivan Nikiforovic! Due persone cosí degne! Che c’è, dunque, di durevole in questo mondo?

Ivan Ivanovic, tornato in casa sua, rimase per un pezzo in una forte agitazione. Di solito egli prima di tutto andava alla rimessa a guardare se la cavallina mangiava il fieno (Ivan Ivanovic ha una cavallina saura con una piazza sulla fronte; una giumenta assai bella), poi a nutrire con le sue mani i tacchini e i porcellini, e infine andava a riposarsi, o fabbricando stoviglie di legno (egli sa con molt’arte, non meno bene di un tornitore, lavorare diversi oggetti di legno) o leggendo un libriccino stampato da Ljubij, Garij e Popov (Ivan Ivanovic non si ricorda il titolo, perché la fantesca molto tempo


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