Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/358

Da Wikisource.

GOGOL


— Che dite? — esclamò battendo le mani — Ivan Ivanovic, siete voi che lo dite?

— Lo vedete da voi che sono io.

— Che il Signore vi assista con tutti i santi! Come? Voi! Ivan Ivanovic! siete divenuto nemico d’Ivan Nikiforovic? Sono le vostre labbra a dire questo? Ripetetelo ancora! Non si nasconde per caso dietro a voi qualcuno e parla per voi?...

— Che c’è d’inverosimile? Io non lo posso vedere: egli mi ha recato un’offesa mortale, ha ferito il mio onore!

— Santissima Trinità! Come posso ora credere alla mia povera mamma? Lei, povera vecchia, ogni giorno, appena litighiamo io e mia sorella, dice: «Voi ragazzi, state tra voi come cane e gatto. Oh se prendeste esempio da Ivan Ivanovic e Ivan Nikiforovic! ecco due amici come si deve, due persone che si vogliono bene! due uomini di merito!». Ecco ora che amici! Raccontate, perché tutto questo? Come mai?

— È una faccenda delicata, Demjan Demjanovic! a voce non si può dire. Ordinate piuttosto che sia letta la mia istanza. Ecco, prendete da questa parte; di qui si prende meglio.

— Leggete, Taras Tichonovic! — disse il giudice, rivolto al segretario. Taras Tichonovic prese l’istanza e, soffiatosi il naso a quel modo


356