Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/364

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GOGOL

queste parole, quando la porta si aprí scricchiolando, e la parte anteriore di Ivan Nikiforovic approdò nella stanza della magistratura, mentre la parte posteriore rimaneva nell’anticamera. L’apparizione di Ivan Nikiforovic, e per giunta in tribunale, parve un fatto cosí fuori dell’usato, che il giudice mandò un grido, il segretario interruppe la sua lettura, uno degli uscieri, vestito di una specie di mezzo frak di frisa, prese la penna tra le labbra, e l’altro inghiottí una mosca. Perfino l’invalido esercitante l’ufficio di corriere e di guardia, che fino allora stava sulla porta grattando nella sua sudicia camicia con una toppa su una spalla, perfino quell’invalido spalancò la bocca e pestò il piede a qualcuno.

— Per quale combinazione? Che c’è? Come state, Ivan Nikiforovic?

Ma Ivan Nikiforovic non era né vivo né morto, perché s’era incastrato nella porta e non poteva fare un passo né avanti né indietro. Indarno il giudice gridava verso l’anticamera, che qualcuno di quelli ch’erano lí spingesse di dietro Ivan Nikiforovic nella sala della magistratura. Nell’anticamera si trovava solo una vecchia postulante che, nonostante tutti gli sforzi delle sue braccia ossute, non poteva far niente.

Allora uno degli uscieri, dalle labbra gros-


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