Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/363

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

andare in malora! Satana se la sogni! Piuttosto abbracciatevi con Ivan Nikiforovic e baciatevi; comprate del Santorino o del Nicopoli, o magari, semplicemente, preparate un poncino, e invitatemi! Berremo insieme e dimenticheremo tutto!

— No, Demjan Demjanovic! Non è tale la faccenda — disse Ivan Ivanovic con quella gravità che sempre gli si adattava — non è tale la faccenda, che sia possibile risolverla con una transazione amichevole. Arrivederci! Salute anche a voi, signori! — continuò con la stessa gravità rivolgendosi a tutti — Spero che la mia querela sarà trattata in modo soddisfacente. E andò via lasciando trasecolata tutta la magistratura.

Il giudice rimaneva a sedere senza dire una parola; il segretario fiutava il tabacco; gli uscieri fecero rovesciare il pezzo di bottiglia rotta che fungeva da calamaio, e il giudice stesso, distratto, spargeva col dito sul tavolo la pozza d’inchiostro.

— Che ne dite, Dorofei Trofimovic? — disse il giudice dopo un buon tratto di silenzio, rivolgendosi al sostituto.

— Io non dico niente — rispose il sostituto.

— Che razza di cose avvengono! — continuò il giudice. Non aveva ancora finito di dire


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