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Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/66

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GOGOL

gli ci voleva. Egli non faceva che pensare al modo d’impegnare la Sjec in qualche impresa importante, in cui un guerriero potesse sbizzarrirsi a dovere. Finalmente, un giorno si recò dal Koscevoj e gli disse a bruciapelo:

— Eh, Koscevoj, sarebbe tempo per i cosacchi di prendersi un po’ di spasso.

— Niente spasso! — rispose il Koscevoj, togliendosi dalla bocca una sua piccola pipa e sputando da un lato.

— Come niente? Si potrebbe andare contro i Turchi, oppure contro i Tartari.

— Non si può né contro i Turchi né contro i Tartari — e si metteva di nuovo la pipa in bocca con molta flemma.

— Come non si può?

— Cosí. Abbiamo promesso al Sultano la pace.

— Ma se sono dei pagani? E Dio e la Santa Scrittura comandano d’ammazzare i pagani.

— Non ne abbiamo il diritto. Se non avessimo giurato sulla nostra fede, allora, magari, sarebbe possibile; ma ora no, non si può.

— Come non si può? Come tu dici: «non ne abbiamo il diritto»? Ecco qua: io ho due figli, giovani tutti e due. Ancora neppure una volta sono stati alla guerra né l’uno né l’altro, e tu dici: «non ne abbiamo il diritto»; e tu


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