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capitolo xxxv 239


balordaggine non può nulla sull’animo di Simone suo sposo; e Felicita donna manierosa ed accorta fa di Canciano tutto ciò che vuole, e sa in modo adularlo che, comunque selvatico egli sia, non può negarle cosa alcuna. Giunge perfino a far tollerare al marito ch’ella tratti e riceva in casa il conte Riccardo. Canciano, da una parte rimproverato dai rusteghi suoi compagni, e dall’altra dominato affatto da sua moglie, e che in un tempo stesso vorrebbe essere compiacente all’una senza separarsi dalla società degli altri, si rende il personaggio più comico della commedia, riunendo in sè stesso il ridicolo dell’austerità e quello della propria debolezza. Felicita non limita solamente la sua ambizione ad addomesticare il marito, ma prende addirittura di mira tutta quanta la compagnia de’ Rusteghi. Si tratta di maritare la figlia di Leonardo e di Margherita col figlio di Maurizio, che forma il quarto originale della commedia. I genitori dei futuri coniugi dispongono il matrimonio a uso antico. Canciano che deve intervenire alle nozze ne fa parola a sua moglie, invitata anch’essa ad assistere alla cerimonia nuziale. Felicita ora va in casa degli uni, ora in casa degli altri, e tanto dice, e tanto opera, che si muta del tutto quanto era stato disposto. Infatti vi sarà buon pranzo, buona cena, festa da ballo, e il conte Riccardo pure sarà della conversazione. I Rusteghi, costretti a dare il loro assenso ne restano eglino stessi maravigliati, e sono obbligati a confessare che Felicita ha molto acume.

Ella è realmente saggia e cortese, onde non cerca che d’inspirare a loro il diletto d’una dolce compagnia. Ella ha guadagnato molto sulla rusticità dell’animo degli amici del suo marito; la sua famiglia non sarà più nell’inquietudine, ed ella godrà così il piacere di aver incivilito il suo sposo. La morale di questa commedia non è, per vero dire, di gran necessità nei tempi nei quali siamo, poichè non se ne trova quasi più uno di codesti adoratori dell’antica semplicità. Ciò nonostante vi sono alcuni uomini che la fanno da severi nelle lor famiglie, ed in qualunque altro luogo poi son compiacenti. Io li compiango quando abbiano da fare con una moglie simile a Marina, molto più poi se ne hanno una come Margherita, onde desidero sempre a loro una Felicita.

CAPITOLO XXXV.

Il Ricco insidiato, commedia di tre atti in prosa. — Suo buon successo. — La Vedova spiritosa, commedia in versi, di cinque atti, ricavata dai racconti morali del signor Marmontel. — Alcune parole sopra questo autore. — La Donna di governo, commadia in prosa di tre atti. — I Morbinosi commedia di gusto veneziano, di cinque atti in versi. — Suo bellissimo successo.

Incomincereste voi forse, mio caro lettore, ad annoiarvi di questa immensa raccolta di estratti, di compendi e di argomenti di commedie? Parlando schietto mi sento stanto e affaticato io pure; ma mancherei al mio impegno, quando non rendessi conto di tutte quante le mie opere, nè si distinguerebbero, scorrendo le diverse edizioni del mio Teatro, le commedie che mi appartengono da quelle che male a proposito alcuni editori mi hanno attribuite. Tollerate dunque di grazia il resto di questa lunga nenia, che io