Pagina:Goldoni - Memorie, Sonzogno, 1888.djvu/340

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338 parte terza


nella testa, dopo la quale ritorna tutto in un tratto il polso nel naturale suo stato; come non havvi gradazione alcuna nel suo accesso, così non havvene alcuna nel termine: è, in somma, un fenomeno inconcepibile, nè da potersi spiegare, se non se paragonandolo alle sincopi. Avvezzo pertanto a quest’incomodo, più molesto che doloroso, avevo a poco a poco imparato a sopportarlo senza timore e cercando i mezzi possibili per sollevarmi, continuavo il mio pranzo, quando mi assaliva a tavola; e proseguivo, senza darne il menomo indizio, la partita, allorquando investivami in conversazione. Nessuno dunque si accorgeva del mio stato, e siccome nella mia età è forza vivere con i propri nemici, non cercavo i mezzi per guarirne, per timore di non precipitare nelle voragini di Scilla nel tempo che evitavo quelle di Cariddi. Una palpitazione però che ebbi, sono già quattro anni, di trentasei ore continue, mi parve molto seria; onde ricorsi al medico. Il signor Guilbert de Préval, dottore reggente della Facoltà di Parigi, me la fece cessare istantaneamente, e, senza arrischiar nulla che potesse scomporre la economia animale del mio individuo, potè ritardarne in seguito gli accessi, e diminuirne la durata. Questo medico mi aveva radicalmente guarito da due volatiche, le quali, oltre di essermi di grave incomodo, cominciavano a divenire pericolose. Non ne risultò inconveniente alcuno, poichè dopo sono stato sempre bene di salute. Col solo mezzo della sua acqua passante, gli riuscì di condurre questa cura alla sua perfezione. Questo professore si è fatti molti nemici nel corpo della Facoltà; si dice che esista fra loro una legge, in forza della quale nessun membro della società possa usare nuovi rimedi di qualunque sorta siano, se prima non li abbia partecipati ai suoi confratelli; ma il signor Préval non ubbidì ad una tal legge, temendo forse che il suo rimedio non divenisse inutile come molti altri, passato in mano di tutti, e però egli lo spaccia in casa propria. Così il povero vi trova il suo sollievo, ed il ricco non è scorticato. Fortunato quell’uomo, si suol dire volgarmente, che trova il suo amico nel medico. Il signor Préval è per certo l’amico di tutti i suoi malati, poichè egli è l’amico dell’umanità.

CAPITOLO XXVIII.

Il salone dei quadri. — Alcune parole sulle Accademie e le Società Reali di Parigi. — Il Liceo. — Il Museo della via Delfina. — Arrivo in questa città del signor di Voltaire. — Sua morte.

Ho già fatta parola degli spettacoli di Parigi, ma non ho ancora detto nulla del salone del Louvre, che, a dire il vero, è uno spettacolo per gl’intelligenti, e per chi ha gusto per i capolavori. Ogni biennio i pittori e scultori dell’Accademia reale vi espongono le opere da loro compiute in questo spazio di tempo. La quantità prodigiosa dei quadri che vi si vedono, è una prova dell’immenso numero degli artisti; come l’affluenza grande del popolo che vi s’incontra per l’intero corso di un mese, dimostra il buon gusto, o almeno la curiosità del pubblico. Questo salone è della maggiore utilità per i progressi dell’arte. Chi lavora per un particolare, altro non cerca, che di piacere a lui; ma chi espone le sue opere al pubblico, deve sempre far di tutto per piacere a chicchessia. Allorquando il catalogo dei quadri e delle statue è in vendita, compariscono le critiche quasi nel tempo medesimo; dimodochè sembra che