Pagina:Goldoni - Memorie, Sonzogno, 1888.djvu/371

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capitolo xl 369


Italia hanno già avuto due edizioni, e debbono attualmente esser alle stampe del signor Didot a Parigi: io non starò a darne ragguagli, poichè chiunque è in grado di vederle e giudicarle. In questi giorni medesimi di mia convalescenza, il signor Caccia, banchiere a Parigi, mio compatriotto ed amico, mi mandò un libro che gli era stato indirizzato dall’Italia per me. Contiene una raccolta di madrigali ed epigrammi francesi, tradotti in italiano dal signor conte Roncagli della città di Brescia negli Stati veneti. Questo elegante poeta non ha tradotto che i pensieri; ha detto le medesime cose con meno parole, ed ha trovato nella sua lingua arguzie vivissime quanto quelle degli originali. Ebbi l’onore di conoscerlo, dodici anni fa, in Parigi, e mi lascia sperare che avrò il piacere di rivedercelo. Questa speranza mi consola infinitamente; ma di grazia si spicci, poichè la mia vita è molto avanzata negli anni e quel che è peggio, io mi trovo estremamente affaticato. Ho intrapreso un’opera troppo lunga e laboriosa per l’età mia, e ci ho impiegati tre anni, temendo sempre di non avere la soddisfazione di vederla finita.

Eccomi però, grazie a Dio, tuttora in vita e con la speranza di vedere i miei tre volumi stampati, distribuiti, letti... e se non saran lodati, spero almeno che non siano per essere oggetto di disprezzo. Non mi si accusi di vanità o di presunzione, se oso sperare qualche raggio di favore per le mie Memorie; poichè se avessi creduto di dover dispiacere assolutamente, non mi sarei data tanta cura; se nel bene e nel male ch’io dico di me la bilancia pende dalla parte buona ne sono più debitore alla natura che allo studio. Tutto lo studio da me usato nella composizione delle mie commedie è stato quello di non guastare la natura, come il principale pensiero nella compilazione di queste Memorie è stato di non dir altro che la verità. La critica dunque delle mie commedie potrebbe avere in mira la correzione e la perfezione dell’arte comica, ma quella delle mie Memorie non produrrebbe niente a favore della letteratura. Se vi fosse pertanto qualche scrittore, al quale venisse in mente di occuparsi di me non per altro fine che per molestarmi, egli perderebbe il suo tempo. Io sono nato pacifico, ho sempre conservato la mia calma, e nella mia età leggo poco, e non leggo che libri dilettevoli.

FINE.