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IL CAVALIERE E LA DAMA 215

SCENA IX.

Donna Virginia e detti, e Balestra che alza la portiera.

Claudia. Cara amica, siate la benvenuta.

Virginia. Ah, ah, vi è don Alonso; ora capisco, perchè mi avete fatto fare mezz’ora di anticamera. Vi compatisco.

Claudia. Deh, perdonatemi, è derivato da un zotico servitore, che ho preso ieri al servizio. Vi prego a non prendere la cosa sinistramente.

Virginia. No, cara, ho scherzato. Ho piacere di ritrovarvi in una sì bella compagnia.

Alonso. Donna Virginia stamane è di buon umore.

Claudia. Ma! Chi ha il cuor contento, ha il riso in bocca. Ditemi, avete veduto mio marito?

Virginia. Sì, è stato a favorirmi stamattina per tempo.

Claudia. E non è venuto con voi in carrozza?

Virginia. No, perchè vi era il marchese Ascanio, e sapete che vostro marito non si picca di preferenza, e cede volentieri il suo posto ad un forestiere.

Claudia. E il marchese dove è andato?

Virginia. Dopo avermi accompagnata fin qui, è andato a Corte per un affare di qualche rilievo.

Claudia. Chi verrà a prendervi?

Virginia. O egli stesso, o vostro marito, o il signor barone, o l’Inglese, o che so io! Qualcheduno.

Claudia. Non vi mancano serventi.

Virginia. Ne ho tanti che non mi ricordo di tutti.

Claudia. E il più caro qual è?

Virginia. Tutti eguali. Non m’importa un fico di nessuno.

Alonso. (Io le ascolto col maggior piacere del mondo). (da sè)

Claudia. Che vogliamo fare? Vogliamo giocare all’ombre1?

Virginia. Oh sì, vi ho tutto il mio piacere.

Claudia. Don Alonso, ci favorite?

  1. Vedi per questo giuoco la sc. 2 dell’A. II della Donna di garbo.