Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/136

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Ci siamo; bisogna starci. Frattanto ch’egli lavora, la Giovane mi racconta le sue avventure. Ha guadagnato molto a Milano. In casa sua frequentavano i Generali; teneva gioco, aveva ammassati molti danari, ma tutto era nelle mani del zoppo. Avrebbe voluto liberarsene; ma come fare? Mi domandava consiglio. Io non avea cuore di darglielo. Ecco l’ora di cena. Per fortuna, in quella sera, non capitò nessuno. Si cenò in santa pace; e dopo cena si parlò della mia partenza. Mi disse il zoppo, ch’io era padron di restare con essi loro quanto io voleva, ma che veggendo bene ch’io non mi sarei accomodato a restarvi più lungo tempo, mi pregava di dirgli dove io aveva destinato d andare e che somma di danaro mi abbisognava, esibendosi egli di prestarmi tutto quello che mi occorreva.

Restai attonito ad una tale proposizione. L’avrei accettata da ogni altro, senza difficoltà, ma da lui non aveva cuore. Si accorse della cagione della mia renitenza; e senza nascondersi, mi disse ch’egli era mosso a farmi l’esibizione per debito di gratitudine, ch’io l’aveva fatto sortir di prigione a Crema, e ch’io aveva custodita a Milano quella persona, col mezzo della quale aveva fatto molto guadagno; che nessuno sapeva ch’io fossi in quella casa, che nessuno saprebbe ch’io fossi stato da lui. Soggiunse, che mi dava tutto il tempo ch’io voleva a restituirgli il danaro, che non volea ricevuta, e cent’altre cose obbliganti. Al fine, par abbreviarla, ho accettato, ho preso sei zecchini in imprestito, son partito, sono andato a Verona, e di là dopo qualche giorno, glieli ho rimandati. Eccomi dunque a Verona, eccomi in quel paese, dove ho cominciato a contrattare gl’impegni miei col Teatro.

Trovavasi allora in quella città, a far la piazza d’estate la Compagnia de’ Comici del teatro detto di San Samuele, in Venezia, appartenente alla nobile famiglia Grimani. Io non conosceva particolarmente alcun di que’ Comici, ma andiedi per curiosità ad una delle loro rappresentazioni in Rena.

La Rena di Verona è un vasto antichissimo Anfiteatro, opera certamente di un Imperatore Romano, quantunque malgrado le ri-


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