Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/182

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sizione. Qual fu l’esito di questa missione? L’inquisito assolto e corretto; i malcontenti mortificati, i Padroni contenti, e l’Assessor ben pagato.

Ritornato a Venezia ripresi il lavoro della Commedia divisata; ma fui una seconda volta interrotto. L’esito passabile del mio Gustavo al Teatro di San Samuele fece sperare a S. E. Grimani ch’io farei qualche cosa di meglio per quello di San Giovanni Crisostomo, e mi ordinò un Dramma nuovo pe ’l Carnovale seguente.

Era la prima Donna la Signora Francesca Bagnoli Romana, che alla bravura del canto accoppiava la bellezza del volto e la vivacità dello spirito. Ella riusciva singolarmente in abito d’uomo; ma come voleva anche far pompa della sua leggiadria cogli abbigliamenti di donna, desiderava un Dramma, nel quale comparire potesse nell’una e nell’altra figura. Io l’ho servita. Il mio talento particolare è stato sempre di uniformarmi al desiderio ed al carattere delle persone; e quanto più ci ho trovato delle difficoltà nell’esecuzione, tanto più mi ci sono impegnato. Siccome il Tenore, che dovea recitare in quell’anno, era il bravo Attore Pinacci Fiorentino, il quale avea la figura severa, l’azione forte, e la voce di Baritono, scrissi per lui la parte principale di un Dramma, intitolato Oronte Re degli Sciti; e scrissi per la Bagnoli quella di Artalice Principessa di Dacia, la quale nell’atto secondo, prendendo il nome e gli abiti di Alcamene suo Germano estinto, in virtù di una perfetta rassomiglianza inganna Oronte, lo combatte, e lo vince. Il Maestro, che dovea comporre la Musica, era il celebre Buranello; ed il Pittore, che dovea far lo scenario, era il bravissimo Jolli, il quale desiderando di farsi onore con delle scene magnifiche, io gliene ho data l’occasione, ed egli è riuscito mirabilmente. So che lo spettacolo, tutto insieme, riuscì assai bene: ma non so, s’io possa appropriare al libro qualche parte della buona riuscita. Era scritto un poco meglio degli altri; ma la mascherata della prima Donna è più da Commedia, che da Tragedia; ed il mio Oronte non so che sia stato rappresentato in alcun altro Paese. Signori miei, lo sapete: a me piace dire la verità.


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